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Mercoledì, 23 Febbraio 2011 09:19

Teatro a Castel Gandolfo

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L’Associazione Culturale “Scusate il ritardo” propone, anche per quest’anno, una commedia brillante: “Non ti pago” di Eduardo De Filippo con la regia di Massimiliano Felli. Un appuntamento che è impossibile da perdere, un modo per trascorrere una serata…tutta da ridere, come nello stile dell’associazione. Il programma prevede spettacoli, presso la sala “U. Bazzi”, ritornata allo splendore dopo il recente restauro in via Aldo Moro a Castel gandolfo dal 26 marzo al 17 aprile. Si va in scena il venerdì alle ore 20:30, sabato sempre alle ore 20:30 e domenica alle ore 18:00. Ingresso 10 euro.

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Teatro a Castel Gandolfo – “Non ti pago”

Non ti pago è una commedia in tre atti scritta da Eduardo De Filippo nel 1940. Contenuta fino al 1971 nella raccolta intitolata Cantata dei giorni dispari. La commedia racconta la storia di Ferdinando Quagliuolo che ha ereditato la gestione di un "banco lotto" dopo la morte del padre; è anche accanito giocatore di numeri vincenti, a dispetto della sua eccezionale sfortuna. Un suo impiegato, Mario Bertolini, al contrario inalella vincite su vincite, suscitando una feroce invidia nel suo datore di lavoro. Mario fa la corte a sua figlia Stella, quasi a sua insaputa, con la complicità della madre Concetta.

Un giorno Mario annuncia la clamorosa vincita di una quaterna del valore di 4 milioni. Per l'occasione rivela a Ferdinando che i numeri li aveva ricevuti in sogno proprio dal defunto padre di lui, il quale va su tutte le furie: si impossessa del biglietto fortunato, rifiutando di corrispondergli la vincita, inoltre rivendica il diritto alla somma. Accecato dall'invidia, ma fermamente convinto delle sue idee, Ferdinando si rivolge prima alla legge degli uomini (con l'avvocato Strumillo), quindi alla legge di Dio (con il parroco Don Raffaele), cercando invano alleati.

Quindi tenta di estorcere a Mario una dichiarazione con la quale rinunci a ogni diritto sulla vincita, avallando al tempo stesso la tesi "onirica" di Ferdinando. Questi intende minacciarlo con una pistola che aveva fatto scaricare dal suo aiutante Aglietiello. Tutt'altro che complice del folle disegno del suo padrino, ne informa Mario, il quale dal canto suo ha già pronta una contromossa per incastrare Ferdinando in presenza di testimoni. Messo alle strette per minaccia a mano armata, Ferdinando si appella alla pistola scarica.

Ma un colpo parte, seppure a vuoto, tra lo stupore generale per la tragedia sfiorata. Ferdinando capisce di avere rischiato l'ergastolo: a un Bertolini ancora sotto shock per avere rischiato la vita, rivolge una maledizione davanti al ritratto di suo padre, invocando ogni tipo di incidente e disgrazia qualora si decidesse a ritirare la somma vincente del biglietto che finalmente gli restituisce. Per Quagliuolo è il suo personale trionfo, e adesso può anche concedere a Mario la mano di sua figlia, che porta in dote i 4 milioni della quaterna.

Per info e prenotazioni: 06.93.61.059

 

Letto 4691 volte Ultima modifica il Venerdì, 07 Novembre 2014 17:54

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