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Martedì, 06 Ottobre 2009 00:00

Tempio di Diana - Le nuove scoperte

Scritto da  roberta
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Quando nel 1926 Francesco Silvestri scrisse la canzone “Nannì gita a li castelli” non poteva certo immaginare che la frase sotto quer Lago un mistero ce sta potesse davvero anticipare ciò che il tempo ci ha restituito indietro nei molti anni di ricerche archeologiche nel bacino del Lago di Nemi. Il lago di Nemi per l’appunto, non soltanto luogo di relax, sulla spiaggia di Via Perino...

...e splendida cornice di passeggiate primaverili ed estive nei numerosi sentieri naturalistici, ma molto, molto di più.
Proprio in queste ultime settimane di settembre è stato scoperto, presso l’area archeologica del Tempio di Diana, un nuovo tempio, perfettamente conservato, che risalirebbe all’epoca Latina. Ciò sta a testimoniare il fatto che le terre circostanti al lago di Nemi, oltre a resti di età romana, nascondono un altro enorme patrimonio storico-artistico, di origine addirittura Neolitica.

Già per l’emissario del lago, che collega il bacino di Nemi con la vicina Vallericcia, si può affermare con la quasi totale certezza che la sua realizzazione fu opera degli Ariccini,(abitanti di Ariccia) ancor prima che Roma divenne una città, proprio per l’esigenza di regolare il deflusso delle acque per la bonifica di una zona delle sponde del lago adatta ad essere sede del tempio di Diana.

L’emissario del lago di Nemi, benché quasi sconosciuto, rappresenta un reperto di eccezionale rarità e bellezza. Si pensi che ancora oggi è visitabile per tutti i suoi 2 km, necessariamente accompagnati da una guida speleologica almeno dopo le prime decine di metri (visitabili senza alcuni problemi) punto dove il cunicolo si restringe e l’acqua lo invade in parte.

Tale emissario fu utilissimo per lo svuotamento del lago necessario per il recupero delle due navi romane. Nemi, ed il suo lago, infatti è molto conosciuta, oltre ovviamente per essere il paese delle fragole (la sagra si svolge ogni anno nella prima domenica di giugno) per il ritrovamento delle due navi appartenenti all’Imperatore Caligola, conservate fino al 1944, anno dell’incendio che le distrusse, nel maestoso “Museo delle navi romane” (unico praticamente nella costruzione perché progettato in riferimento alla grandezza delle navi ed alla loro fruibilità visiva da parte dei visitatori), sulle rive del lago, museo che ancora oggi conserva resti originali delle due navi, nonché la loro ricostruzione in scala 1:5, e numerosi altri oggetti di età romana e pre-romana ritrovati sulle sponde e sulle pendici del lago. I resti in questione appartengono anche al Tempio di Diana, che si trova sul versante “nemese” del lago, enorme complesso di ben 5.000mq di estensione, superficie che per la maggior parte deve ancora essere riportata alla luce. Si può avere un’idea della sua maestosità osservando i “nicchioni” che affiorano dal suolo. I resti del Tempio di Diana sono conservati per la maggior parte nei musei di mezza Europa, questo perché gli scavi archeologici nel sito sono stati eseguiti perlopiù da amatori e da studiosi stranieri. I pochi resti ancora in Italia si trovano nel museo di Villa Giulia e Nazionale delle Terme a Roma, nonché nel Museo delle Navi Romane di Nemi.

Il museo è visitabile, a pagamento, tutti i giorni, dalle 9.00 alle 19.30 fino al sabato, e dalle 9.00 alle 13.00 la domenica.

Letto 5293 volte Ultima modifica il Giovedì, 13 Novembre 2014 15:20

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