Il nome Bregantini è davvero sinonimo di vescovo antimafia, reso inoffensivo con lo spostamento dalla Locride? In realtà, il presule è molto più del consunto stereotipo. Per tredici anni è stato vescovo di Locri ed ora è arcivescovo di Campobasso.
Vescovo anti-ndrangheta con “Il nostro sud” a Palazzo Chigi – l’impegno contro ogni mafia
Giancarlo Bregantini nasce nel 1948 a Denno in Trentino Alto-Adige. Ordinato vescovo di Locri-Gerace nel 1994, nella difficile terra della ‘ndrangheta attuò un impegno pastorale e civile instancabile di lotta alla cultura mafiosa, per risvegliare le coscienze e restituire dignità e speranza ai giovani di quella terra. Una sfida alla mafia con le parole del Vangelo. Sempre attento ai problemi dei lavoratori, Bregantini promosse la nascita di cooperative e si spinse a lanciare la scomunica verso coloro che commettevano violenze, perché così come la Chiesa lancia la scomunica “contro chi pratica l`aborto, è ora doveroso, purtroppo, lanciarla contro coloro che fanno abortire la vita dei nostri giovani, uccidendo e sparando, e delle nostre terre, avvelenando i nostri campi”. Dal gennaio 2008 prosegue la sua opera nella diocesi di Campobasso in Molise.
Nel libro-intervista argomenta con la consueta freschezza le sue chiare ed evangelicamente ben fondate posizioni sui temi più scottanti. Il libro intervista edito da Città Nuova “Il nostro Sud in un Paese (reciprocamente) solidale” di mons. Bregantini che verrà presentato pone al centro i temi del federalismo fiscale e unità d’Italia, Vescovi e Sud, Lega Nord e Mezzogiorno, donne e ’ndrangheta, Fiat e sindacati, grande centro e politici cattolici, Chiesa e lavoro. Paolo Loriga condurrà il dibattito con il vescovo ed il pubblico che si precede numeroso.
- Stefano Corradi -