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Cuore e ambizione alla Nuova Castelli. Cesare Bianchi: «La dirigenza è un faro per i giocatori».

Buon equilibrio tra ambizione e realismo. Il calcio vissuto a trecentosessanta gradi. Ex giocatore tra i dilettanti Lazio, con punte tra gli esordienti giovanissimi regionali del Cynthia della serie C e nella Polisportiva Ariccia; una tesi di laurea in lettere dedicata al grande giornalismo dell’abatino Gianni Brera, esperienza in prima persona come speaker per il magico mondo del pallone. Quando il lavoro lo allontana dal protagonismo sui campi da gioco, la vita gli offre la carta del passaggio all’altra parte dell’undici: sono questi i numeri di Cesare Bianchi, membro dello staff dirigenziale della Nuova Castelli Romani. Numeri che dal suo carattere traslano alla squadra, attraverso l’unione del direttivo...


«Il mio approdo alla Nuova Castelli parte da lontano», ci dice. «Qualche anno fa partecipai ad un torneo di calcio all’estero assieme ad alcuni amici, a Praga precisamente. E lì ebbi occasione di conoscere giocatori castellani che mi proposero di diventare parte della squadra in cui militavano: si trattava di Davide Di Giorgio, Roberto D’Ammassa e Luca Capri, e la squadra era la Lucky Junior.

Accettai con calore la proposta, e le stagioni giocate nella compagine come marcatore difensivo, al fianco di quelli che sono ora ai vertici nella guida della Nuova Castelli, sono state davvero il coronamento di un sogno: quello di scendere in campo assieme ad un gruppo di amici. Quando poi lo scorso anno, dalle ceneri di quest’esperienza, è sorta l’idea di dare vita ad una nuova società, l’attuale Castelli Romani, ho accolto la prospettiva positivamente e di slancio, con l’unica remora di vedere Guido Pescatori ancora lasciato al nome della Lucky, situazione che si è poi risolta con il suo accogliere la proposta di divenire anch’egli dirigente della neonata realtà, pur senza portafoglio.

A questo punto della stagione posso dire senza dubbio che la Nuova Castelli è una sfida già vinta. La squadra è arrivata a rispecchiare il carattere e la compattezza della dirigenza, dopo il periodo di adattamento ed assestamento che è giusto e fisiologico per un qualsiasi neonato gruppo: il direttivo è un organo che deve fungere da vero faro per i giocatori; deve trasmettere un indirizzo, un percorso pianificato in obiettivi da raggiungere a breve, medio e lungo termine. Come nella vita. In questo lo staff è assolutamente compatto, e credo stiamo facendo un ottimo lavoro».


«L’impegno nostro», prosegue Bianchi, «traspare soprattutto nella dedizione di cui i ragazzi ci ripagano in campo. Quello della Nuova Castelli è un campionato che ci sta dando grandi soddisfazioni, e che a livello personale mi procura bellissime sensazioni, vissute davvero intensamente. Come dirigente addetto all’arbitro, già il solo fatto di comunicare di partita in partita al direttore di gara la presenza di almeno diciotto giocatori in lista, dà l’idea di essere riusciti a creare qualcosa di grande.

Ora il gruppo è stabile ed i risultati in campo ne sono prova: è lontano il momento in cui, nella prima parte della stagione, eravamo sotto l’occhio arbitrale per motivi disciplinari, e da questo punto non si torna indietro, ai piccoli numeri. Ci siamo posti, tutti quanti siamo, l’obiettivo della seconda categoria. Ambizioso senza dubbio, a maggior ragione per una società neonata, e da controbilanciare con il realismo che basta.

Ma resta il fatto che abbiamo tutte le qualità per riuscire. L’ambizione è per natura una caratteristica che mi appartiene, e sicuramente la condivido con gli altri membri dirigenti: nel domandarci cosa vogliamo raggiungere, leggiamo poi la fame e la voglia negli occhi dei giocatori. Approdare subito alla seconda categoria sarebbe la soddisfazione di questa fame e darebbe alla squadra la possibilità di proseguire di slancio».

Dunque con un occhio in avanti, verso quanto resta della stagione? «Tra l’impegno di Campionato e quello della Coppa Provincia non mancano che circa sei o sette gare, allargate alla decina di appuntamenti, con ottimismo. Entrambi i campi sono importanti, e credo nell’obiettivo di proiettarci tra la prima e la seconda in classifica per il Campionato e di arrivare in semifinale per la Coppa, in modo da lasciare sul tavolino numeri ben chiari.

Bisogna tenere assolutamente a mente che si tratta non di partite finali, ma di finalissime, su cui occorre essere ferocemente concentrati per non mancare il colpo. Dovremo concedere minor spazio possibile alle squadre in campo e puntare dritto alla vittoria, a cominciare col Labico: i ragazzi sono guidati da un grande allenatore quale è Buono, che personalmente ritengo per capacità in grado di competere ai livelli a ridosso del professionismo, e c’è tanta voglia di dimostrare ai primi in classifica che non siamo la squadra incontrata all’andata».


- Emanuela Mannoni -