Log in

Amici Miei- Come Tutto Ebbe Inizio

Un film di : Neri Parenti

Con: Christian De Sica, Michele Placido, Giorgio Panariello, Paolo Hendel, Massimo Ghini, Alessandro Benvenuti, Massimo Ceccherini

Genere: Commedia

Durata 108 min

Italia 2011

 

Continua la saga di “Amici Miei” ma ad ospitare le “zingarate” dei protagonisti questa volta è la Firenze del '400, nella corte di Lorenzo il Magnifico.

Nel prequel diretto da Neri Parenti la comicità e gli scherzi sono affidati a cinque amici: Duccio ( Michele Placido), Cecco (Giorgio Panariello), Jacopo ( Paolo Hendel), Manfredo ( Massimo Ghini) e Filippo ( Christian De Sica).

I cinque toscanacci fanno scorrere la pellicola tra scherzi di cattivo gusto, come l'inganno del nano orfanello superdotato a danno delle suore del convento, o lo scherzo al legnaiolo Alderighi a cui Filippo si sostituisce scambiandogli la vita che ricorda vagamente quello messo in atto da Alberto Sordi verso Gasperino il carbonaro nel “Marchese del Grillo”. Inffine decidono, per combattere la noia, esorcizzare la paura della vecchiaia e della morte durante il dilagare della peste, di prendersi gioco di uno di loro: Cecco; mettendo in atto un'incredibile brava a cui prenderà parte addirittura Lorenzo De' Medici (Alessandro Benvenuti)ma l'introduzione nella trama di questi personaggi storici, reali ed importanti (compariranno anche Leonardo Da Vinci e Girolamo Savonarola) risulta senza criterio ed in parte fastidiosa.

 

 

Considerando che il mondo cinematografico che nel '75 partorì “Amici miei” non è replicabile e che registi del calibro di Monicelli non sono trovabili oggi, “Amici miei- come tutto ebbe inizio” risulta allontanarsi troppo dal filone di quella commedia all'italiana e al contrario avvicinarsi troppo e pericolosamente al visto e rivisto cinepanettone più volte affrontato da Parenti, in cui la tendenza alla cattiveria, all'umorismo basso e volgare, al cattivo gusto ricorrono in tutto il film; al contrario dell'originale però qui le “zingarate” non sono mai mosse da una profonda tristezza né lasciano spazio per alcuna umanità.
- Eleonora Curatola -